30 Giugno 2016

Uomini che prendono la parola

di Eugenio Gargiulo

 

A Foggia si è costituito un gruppo di uomini che si è sentito chiamato in causa dai ripetuti casi di femminicidio e violenza contro le donne, per riflettere insieme sulle radici di questi fenomeni. Abbiamo poi elaborato un breve documento in preparazione di un sit-in che si è svolto a Foggia il 27 giugno 2016.

Nelle discussioni che abbiamo avuto prima del sit in, ha fatto capolino un atteggiamento che noi uomini abbiamo spesso quando si parla di violenza sulle donne, quello di dividerci tra coloro che non esercitano violenza e perciò si sentono estranei al fenomeno e quelli che non hanno comportamenti violenti, ma si sentono responsabili in quanto uomini. Penso che nessuno possa chiamarsi fuori, la violenza sulle donne è un problema che ci riguarda tutti e di cui siamo responsabili perché affonda le radici nella cultura e nel sistema patriarcale. Ma non solo. Quella divisione così rigida mette in ombra la complicità tra gli uomini che si manifesta in vario modo, con l’indifferenza, l’estraneità, col silenzio e la risatina complice quando sentiamo un uomo fare battute sessiste o apprezzamenti pesanti su una donna.

Non vi nascondo che anch’io in passato sono stato connivente, ho avuto questi comportamenti, oggi non più, anzi reagisco quando sento qualcuno parlare delle donne in maniera volgare. Evidentemente sto facendo qualche progresso, anche grazie alla relazione di differenza con alcune donne. Ma mi chiedo perché prima non reagivo e perché molti uomini non reagiscono. Forse perché temevo di apparire poco maschio e poco virile agli occhi degli altri uomini e credo che questa sia la paura di molti. Se è così, dobbiamo interrogarci su che cosa è la virilità, su che percezione abbiamo del nostro corpo. Come dicevo prima, il linguaggio sessista è una forma di violenza dilagante e molto diffusa che ricorre a insulti e stereotipi di genere (penso per esempio a come la stampa ha parlato delle neo sindache di Roma e di Torino), questo è il livello più evidente, poi c’è l’altro meno appariscente, il sessismo che non riconosce la presenza delle donne nella lingua e nella cultura, rendendole così inesistenti, perché come è stato detto, ciò che non si nomina non esiste. La lingua non è solo un insieme di regole, può a sua volta generare violenza, rispecchia i rapporti di potere, quel potere a cui l’uomo spesso ricorre nei confronti delle donne per risolvere i conflitti che nascono dal cambiamento delle relazioni tra i sessi, invece di confrontarsi con la libertà femminile che è la grande rivoluzione del nostro tempo.

Diciamolo, per noi non è un confronto facile per l’eredità e le complicità contro cui dobbiamo lottare, per l’educazione che abbiamo ricevuto e soprattutto perché abbiamo, io per primo, un modello ideale, l’amore materno a cui vorremmo che corrispondesse la persona amata, che ci amasse incondizionatamente come la madre. Razionalmente sappiamo che non è possibile e che non è giusto, ma a livello emotivo siamo ancora legati a questo modello, per cui non è possibile che una donna ci lasci perché nostra madre non ci lascerebbe mai. Sono altrettanto convinto che l’autonomia delle donne non è un pericolo né una concessione da fare per non apparire retrogradi. È un’opportunità per vivere relazioni più ricche, come io stesso sto sperimentando.

Liberando se stesse le donne hanno liberato anche noi da stereotipi e comportamenti codificati che imprigionano il nostro essere.

Su questi temi – la sessualità, il desiderio, il rapporto con le donne e con gli altri uomini – abbiamo avviato qui a Foggia un percorso comune di cui la manifestazione del 27 è solo la prima tappa. Non ci basta indignarci contro la violenza maschile sulle donne, vogliamo capire e cambiare il simbolico patriarcale.

 

Eugenio Gargiulo è insegnante di Storia dell’Arte, negli anni ’80 ha fondato con altre/i docenti  e artiste/i il Coordinamento per la comunicazione e le arti visive e ha preso parte al movimento di Autoriforma della scuola. Partecipa alle attività dell’associazione Donne in Rete e della Merlettaia di Foggia. Per contatti: gargiulo@libero.it Il gruppo Uomini che prendono la parola contro il femminicidio e la violenza sulle donne ha una pagina su facebook

(www.libreriadelledonne.it, 30 giugno 2016)

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