24 Novembre 2016

Uomini femministi che fingono di ignorare le proprie interlocutrici

di Massimo Lizzi

L’articolo: “Gli uomini, il femminismo, i femministi” di Mauro Muscio e Andrea Tornese dice alcune cose molto giuste, tuttavia, avessi potuto partecipare alla riunione di redazione del sito, lo avrei criticato per due motivi:
1) Il testo è contraddittorio: prende le mosse dal principio che gli uomini femministi non devono occupare gli spazi del movimento femminista, ma usare la loro condizione di privilegio per rendere femminista la società; dopodiché, i due autori si dispongono ad andare ad occupare lo spazio femminista della manifestazione di sabato 26, per sostenere le ragioni del movimento LGBT (nella forma dell’alleanza, etc. etc.).
2) Il testo cancella le sue naturali interlocutrici: cita l’autorità organizzativa della manifestazione; la femminista importante con la frase celebre; il blog “queer” alleato dei transgender e fortemente contrapposto agli altri femminismi, ma ignora le donne che hanno chiesto agli uomini di non partecipare alla manifestazione o di collocarsi in coda. Anzi, liquida la loro questione come “sterili polemiche”; s’interroga sul senso della partecipazione maschile, fingendo di non essere sollecitato da nessuno.
Nell’insieme, questo è poco corretto o molto furbesco.

(www.libreriadelledonne.it, 24 novembre 2016)

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