21 Gennaio 2012

Scrivere storia personale è scrivere storia?

Circolo della rosa Milano, 21 gennaio 2012

Incontro con Laura Biricolti e Marirì Martinengo

Presentazione di Laura Minguzzi

Kronos e Kairos

Due parole di presentazione. Marirì Martinengo, presente attivamente in Libreria dagli anni ottanta, che tutti certamente conoscete grazie alle sue pubblicazioni e alle numerose iniziative promosse al circolo questa sera discute con la nostra ospite Laura Biricolti sul rapporto fra storia personale e storia.

 

 

Laura Biricolti, ha conseguito il dottorato con María Milagros Rivera y Garretas con una tesi dal tema “Scrivere storia personale è scrivere storia?” Titolo che noi, della Comunità di storia vivente, abbiamo scelto per il tema in discussione. Attualmente Biricolti insegna nel master on line di Duoda una materia il cui titolo l’ha regalato Marirì, “Historia Viviente”.

Per chi non lo sapesse María Milagros Rivera y Garretas è cofondatrice del centro di ricerca dell’università di Barcellona Duoda e della rivista che porta lo stesso nome, nonché promotrice del master on line sulla politica della differenza, da molti anni in relazione fertile con noi, nostra ospite in diversi incontri e dibattiti sulla storia e collaboratrice della rivista Via Dogana.

Marirì Martinengo ha conosciuto Laura Biricolti a Madrid in occasione della presentazione del suo libro “La voce del silenzio” nel 2006. Da quest’incontro Biricolti ha tratto ispirazione per la sua tesi di dottorato.

Il tempo delle donne non ha un andamento lineare, non è kronos, ma kairos, tempo della soggettività. Marirì Martinengo che ho conosciuto alla fine degli anni ’80, ha espresso la sua soggettività nella scuola sperimentando la separazione fra i sessi nelle classi, ha creato il movimento della pedagogia della differenza, da cui poi è nato il gruppo di ricerca storica, la nostra Comunità di ricerca storica e riflessione pedagogica. Insieme nel 1996 abbiamo pubblicato il frutto di anni di studio e di ricerca “Libere di esistere”, espressione di amore per un periodo storico, il medioevo, e affermazione di libertà e autorità femminili, incarnate nelle badesse dei monasteri altomedievali. Libertà femminile prima dell’ emancipazione. Ecco perché parliamo di un tempo delle donne non lineare che entra in gioco e spezza le categorie maschili e i paradigmi che non permettono di vedere i contesti relazionali, dove sono presenti donne libere, creative, dove si generano libertà e simbolico femminili. Grandi varchi, squarci di luce sono stati aperti dalle ricerche di Marirì Martinengo con i due volumi delle Trobairitz -Trovatore. Relazioni creative fra donne nel primo volume e fra donne e uomini nel secondo volume. Relazioni fertili e conflitti non distruttivi. Poete della società cortese, dei salotti di pietra, prima delle preziose dei salotti seicenteschi erano in Italia dimenticate e Marirì, pioniera in questa preziosa ricerca, ci ha fatto conoscere.

Ultimo passaggio di qualche anno fa: la sua idea di svoltare dalla comunità di ricerca storica e riflessione pedagogica, cioè dalla ricerca nel passato di donne famose e libere al desiderio di dare esistenza a donne infinitamente oscure. Dare voce alle vite di donne oscure, o alla parte oscura di donne note. Alla parte oscura di sé, alla macchia nel muro della propria famiglia borghese. Svelare il mistero aleggiante nella propria famiglia. Ascoltare la voce della nonna paterna, donna sottratta, ne “La Voce del silenzio”. Con questa ricerca Marirì ha dato libertà alla storica di indagare i propri nodi irrisolti, liberando anche la gamma delle fonti a cui fare riferimento.

Con il libro da cui parte la conversazione-dibattito di questa sera “La signora del Monte. Vecchie storie a Monforte d’Alba”. Marirì Martinengo si è riconciliata col tempo lineare, cronologico, il tempo da nemico è diventato amico, il tempo kronos, alleato del tempo della soggettività. Le storie personali possono diventare storia e nell’infinito le storie parallele si fonderanno dando alla luce la storia di tutti? Questo è il tema in discussione.

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