18 Giugno 2021
Il Quotidiano del Sud

Katia Ricci e la bellezza dell’arte postale

di Franca Fortunato


“Finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole”, “ un desiderio di rigenerazione, di respiro, di risveglio”, “con le emergenze, la pandemia e l’isolamento ho sentito l’urgenza di raccogliermi in me stessa per concentrarmi e trovare le risorse per non farmi trascinare in una deriva di bruttura, insensatezza e odio”, “stretta di mano, carezza, bacio tutto scontato poco apprezzato eppure adesso tanto agognato l’abbraccio perduto di un anno passato col volto coperto da un filtro di veli solo uno sguardo smarrito supplica il ritorno al passato ad una vita di incontri per non restare distanti”, “la mia storia mi insegna che la creatività e la ricerca di bellezza sono salvifiche. La bellezza si espande nell’universo, arricchisce e rigenera”, “la natura non chiede permessi per nascere e fiorire”, “la vita non fa salti”, “torneremo a sorridere”, “salviamo il mondo”: sono queste alcune frasi che accompagnano le immagini della mostra di arte postale “Rigenerazione”, curata dalla critica d’arte Katia Ricci e allestita da Rosy Daniello della Merlettaia di Foggia in collaborazione con Le Città Vicine e inaugurata ieri nella sede dell’associazione, in diretta on line. Una mostra legata alla vita, ai sentimenti, ai pensieri, ai sogni, ai desideri, ai bisogni di “rinascenza” del dopo Covid, “di gioia di vivere, nonostante tutto e senza dimenticare il pericolo corso e i lutti”, di cambiamento, di trasformazione di sé e della realtà all’insegna del rispetto per la natura, accoglienza e cura reciproca, per non tornare alla “normalità” del prima ma per “fare sorgere un’aurora foriera di un nuovo e luminoso giorno per la civiltà”. È la natura, rigenerante e rigenerativa, bisognosa di attenzioni, di cure e guarigione, la protagonista della mostra, dove arte, musica e armonia si mescolano alla leggerezza del vivere. Sono cartoline per lo più di donne, spedite da ogni parte d’Italia, dove bellezza e creatività, simbolo di rigenerazione dell’anima, hanno il volto di donna. Donna che si tuffa nel mare e riemerge, donna con una grande rosa sul grembo, donna le cui lacrime riempiono gli oceani, donne che reggono il mondo con la cura e le relazioni umane, unica risorsa generativa di vita e di rinascita. Che cos’è l’arte postale? È una pratica artistica connessa alla vita che viaggia in una busta da città in città, da paese a paese, da continente a continente, tessendo relazioni interpersonali, scambi di pensieri, sentimenti, sensazioni, odori. Nata agli inizi degli anni Sessanta, da artisti desiderosi di fondere l’arte con la vita, ben presto si trasformò in una rete di artisti internazionali e si diffuse anche tra le donne diventando veicolo di consapevolezza della propria identità, del desiderio di significare sé stesse, di diffusione del femminismo. Nel 1975 un gruppo di donne inglesi cominciarono a spedirsi l’un l’altra piccoli lavori artistici attraverso le poste. “Noi cercavamo di unire aspetti apparentemente assai diversi- il privato, il domestico e il personale con il politico e sociale.” Si servivano di materiali poveri, vecchie scatole, abiti e cose riciclabili. L’arte postale è stata uno strumento di sensibilizzazione di lotta e di resistenza in tutti quei paesi dall’America latina a quelli dell’Est in cui vigevano regimi dittatoriali, fino alla sanguinosa guerra nei Balcani. Ha esplorato molte forme creative d’avanguardia: collage di oggetti di uso comune, immagini riciclate, francobolli veri o dipinti, poesie, musiche e immagini di musicisti come quello che nella mostra di Katia Ricci suona col violoncello un inno alla creatività. La bellezza ci salverà? Basta crederci.


(Il Quotidiano del Sud, 18 giugno 2021)

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