6 Giugno 2020

Parigi e le donne. Mostra fotografica di Teresa d’Agnessa

di Katia Ricci


Nell’Esposizione Universale di Parigi del 1855 per la prima volta si poteva ammirare una mostra speciale intitolata Fotografia. Parigi era la capitale del XIX secolo, come la chiamava Walter Benjamin, in cui si muoveva liberamente il flâneur, il gentiluomo borghese alla ricerca di piaceri e godimenti che la Ville Lumière con i suoi spazi sociali offriva alla borghesia e da cui gli uomini tenevano lontano le proprie donne perché considerati sconvenienti.

Il lungo tempo trascorso, ma soprattutto le numerose lotte delle donne hanno reso Parigi una città ben diversa da quella rappresentata nei quadri impressionisti. È in questa Parigi che la fotografa Teresa d’Agnessa gira con la sua macchina fotografica per fissare brani dell’interminabile storia che le donne stanno riscrivendo per colmare vuoti di vite e di senso che gli uomini non hanno voluto o saputo raccontare. Il risultato è nella mostra fotografica attualmente in esposizione alla Merlettaia in via Arpi 79/A a Foggia. Doveva essere inaugurata l’8 marzo ma la chiusura forzata di questo periodo l’aveva impedito e rimandata a tempi più sicuri.

Teresa d’Agnessa, fotografa per passione da sempre, ha cominciato a esporre nel 2008 prima a Foggia presso Fotocine club, alla Merlettaia e a Parco Città, poi in varie città e anche a Parigi presso gallerie d’arte contemporanee, tra cui Espace Christiane Peugeot.

La mostra si compone di tre sezioni: la manifestazione del 6/10/2018 contro la violenza fatta alle donne, immagini della street art parigina, e foto che ritraggono la toponomastica di strade e piazze intitolate alle donne dalla Municipalità o dalle donne stesse del collettivo Osez le Féminisme che in una notte hanno ribattezzato le strade dell’Ile de la Cité con nomi di donne celebri, Toni Morrison, l’artista Niki de Saint-Phalle o la navigatrice Florence Arthaud.

L’azione dimostrativa serviva a lanciare una campagna per spingere il comune di Parigi a dedicare più vie a personaggi femminili, infatti solo il 2,6% delle strade parigine ha nomi di donna.

Altre fotografie ritraggono targhe con il nome di donne vittime di femminicidio poste sotto la targa che reca il nome di un uomo a cui è intitolata la strada o la piazza, azione fatta in occasione della manifestazione contro la violenza alle donne.

La locandina della mostra riporta la fotografia del murale di Gregos artista francese autore di una forma particolare di street art tridimensionale che unisce pittura e scultura. Dissemina per Parigi suoi volti in gesso colorato spesso irriverenti per la lingua che mostra. In Rue des Hospitalières Saint-Gervais nel cuore del Marais, nel 2014 per celebrare l’8 marzo ha creato il volto di una donna con tante facce maschili e sotto la scritta in francese “siamo cresciuti tutti nel corpo di una donna”.

“La street art – dice Gregos in un’intervista – è molto influente in Francia, soprattutto nelle grandi città, e molto a Parigi, capitale francese della street art e forse una delle maggiori al mondo. Dovunque vai vedi tag, graffiti, sticker, poster, stencil, collage. Tag e graffiti sono ancora considerati vandalismo, anche se sono in mostra nelle gallerie e valgono migliaia di euro.”

Molte fotografie di Teresa d’Agnessa riguardano questa forma d’arte ormai diffusa in tutto il mondo e praticata da molte artiste. Una delle più note in Francia è Miss Tic, parigina di origine tunisina, che per le strade di Montmartre, tra i cui vicoli è cresciuta, fin dal 1985 disegna sui muri donne dall’atteggiamento sensuale accompagnate da versi spesso ironici e taglienti, in un intreccio di arte visiva e poesia.

Questi disegni disseminati in città sono il più delle volte effimeri, destinati a deteriorarsi e a scomparire. Ma oggi, dopo che hanno interessato i collezionisti, gallerie, musei e istituzioni dedicano loro mostre e battage pubblicitario, il che ha però ridotto in molti casi la carica polemica che originariamente contenevano.

Le fotografie in mostra sono un modo creativo, ironico, graffiante per denunciare la violenza sulle donne e spingere gli uomini a riflettere sul fatto che ormai nessuno può chiamarsi fuori e non contribuire a risolvere questo vulnus alla civiltà e alla dignità maschile. Senza ricorrere ad artifici retorici e a inquadrature particolarmente ricercate, sacrificando così la sua ricerca estetica, la fotografa sceglie di raccontare le battaglie delle donne dando rilievo giustamente a contenuti molto importanti, tali non solo per le donne, ma per la possibilità di rifondare un nuovo patto tra donne e uomini.


La mostra presso la Merlettaia di Foggia, via Arpi 79, si può visitare da giovedì 4 a mercoledì 10 giugno 2020 nei seguenti orari: mattina ore 10.30, pomeriggio ore 19.00 (tranne il sabato pom.). Domenica chiuso. In seguito su appuntamento. Per prenotare, scrivere a t.dagnessa@gmail.com o telefonare al 366 812 96 24.


(www.libreriadelledonne.it, 6 giugno 2020)

Print Friendly, PDF & Email