14 Ottobre 2013

Il femminile nel pensiero di Lou Andreas-Salomé


TESI DI LAUREA (ABSTRACT)
DI MARINA GREPPI

 

RELATRICE:  WANDA TOMMASI

 

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN FILOSOFIA 2011-2012


La mia tesi dà conto degli snodi a mio avviso principali del pensiero di Lou Andreas-Salomé (da qui in poi, Lou), da cui emerge la sua originalità.

Lou (San Pietroburgo, 1861 – Gottingen, 1937) si è interrogata sul tema del femminile mettendo in gioco la differenza sessuale in senso filosofico. Il suo pensiero e il suo incessante lavoro di scrittura e di ricerca hanno contribuito a conferire al tema un valore speculativo. Ritengo che questo aspetto abbia fatto di Lou una donna rivoluzionaria rispetto all’epoca in cui ha vissuto, mentre ingiustamente è conosciuta per lo più per la mitologia negativa che ha avvolto la sua vita.

Lou è entrata in contatto con le grandi menti rivoluzionarie della sua epoca; mi riferisco principalmente a Friedrich Nietzsche e a Sigmund Freud dimostrandosi oltre che musa ispiratrice per entrambi, un’interprete lucida e intelligente del suo tempo. Il suo apporto rivoluzionario alla crisi dell’epoca gode di luce propria rispetto a quello dei “maestri”, anche se è certo grazie a loro che lei, donna, ha potuto esprimersi portando l’attenzione sul femminile, sulla differenza sessuale e sul narcisismo femminile, temi che sarebbero forse rimasti marginali se non ci fosse stato il suo contributo.

Nel rapporto con Nietzsche, Lou trova terreno fertile per mettere a fuoco i temi che le stanno a cuore. In questa fase avanza il suo primo tentativo teorico di fondare l’idea secondo cui la psiche maschile si riconosce nella dedizione altruistica a uno scopo, mentre quella femminile nella voluttuosa perseveranza in se stessa. Lou, da qui in poi, considera il maschile più generoso, altruista, bisognoso, in sostanza debole rispetto alla donna; il femminile, invece, caratterizzato da egoismo, indolenza e immobilità, più forte e autonomo rispetto all’uomo. Questa intuizione sfocia nell’idea portante che consiste essenzialmente nell’affermare la superiorità del femminile.

Nell’incontro con Freud permane la volontà di Lou di sostenere la superiorità della donna e di tematizzare la differenza tra i sessi, rispondendo alle richieste del “maestro”, che si dichiara, anche alla fine della sua vita, troppo carente di conoscenze in materia.

Il femminile resta quindi la chiave anche del rapporto fra Lou e Freud: Lou sviluppa il tema, cercando di adeguarsi al pensiero del “maestro”, ma ribadendo la sua intuizione che fa dell’uomo l’eroe dell’abnegazione e del sacrificio e attribuisce alla donna forza, autonomia e autosufficienza.

Il motivo principale di originalità di Lou rispetto a Freud, ciò per cui lei stessa si definisce una freudiana “eretica”, sta nella teoria del narcisismo femminile da cui derivano le altre sue “eresie”.

Mentre per Freud il narcisismo è essenzialmente amore di sé connesso all’incapacità di amore verso il prossimo e – laddove non si tratti di una fase nello sviluppo della sessualità – è sempre uno stato patologico della psiche, Lou coglie piuttosto nel narcisismo una duplice tendenza: verso l’Io e verso il Tutto. Rivaluta il narcisismo considerandolo uno stato “primario”; ne sottolinea la tendenza inconscia, facendone quasi il sostituto dell’Es freudiano, peraltro definendolo freudianamente come il limite oltre cui l’analisi non può spingersi.

Diversa ed “eretica” rispetto al “maestro” Lou lo è anche nella concezione dell’arte, nel suo orientamento alla vita e nel suo modo di concepire la pratica psicoanalitica.

Si ha l’impressione che Lou, pur condividendo le tesi dei pensatori con cui si trova a confronto (Nietzsche e Freud), ne rovesci in alcuni nodi teorici fondamentali il senso, riuscendo a dimostrare la superiorità femminile laddove entrambi hanno argomentato più o meno il contrario. In altre parole, dalle loro stessi tesi ricava ben diverse conclusioni.

Dell’originalità di Lou non pare renda ragione in parte la bibliografia secondaria, anche di orientamento femminista; da cui la scelta di attenermi scrupolosamente ai suoi testi nei quali ho potuto cogliere non solo il tenore rivoluzionario della riflessione teorica ma altresì la piena consapevolezza che Lou ne ebbe. Ciò giustifica ampiamente una rivoluzione critica ben aldilà del mio contributo.

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