12 Dicembre 2018

Annie Ratti, Soggetto Imprevisto

Accompagna l’installazione un multiplo dell’artista in 10 esemplari. 

Segue la cena della Cucina di Estia (la conferma è gradita)

Una tenda, realizzata con strisce rosse, gialle, blu di PVC trasparente, posta davanti alla Vetrina filtra la luce proveniente dall’esterno: così Annie Ratti predispone il campo per la sua relazione immaginativa con tutte e tutti coloro che continuano a mettere a fuoco il Soggetto Imprevisto, individuato  da Carla Lonzi in Sputiamo su Hegel,  che lei ripropone come titolo.

I colori primari del PVC, a ridosso della vetrata, aumentano la propria trasparenza e incendiano la luce di “una parola nuova che un soggetto nuovo pronuncia e affida all’istante medesimo la sua diffusione”. Così scriveva Lonzi. 

Annie Ratti scrive sui pannelli di PVC, Soggetto Imprevisto per due volte, utilizzando l’alfabeto cibernetico e futurista del film di science fiction Tron: Legacy. Il testo non decifrabile ma comprensibile, avverte che i linguaggi tecnologici hanno bisogno di una “grafia” per riconoscere, “la vita e il senso della vita, che si sovrappongono continuamente” (Lonzi).

Con i pannelli di colore, per dirlo ancora con Carla Lonzi, indica nell’arte “la coincidenza immediata tra il fare e il senso del fare”. Tant’è che nel giorno dell’inaugurazione indosserà un cappello da strega, confezionato appositamente, mettendo così in relazione se stessa con la storia e la ribellione delle donne.

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