26 Settembre 2014

Anne Marie Sauzeau, leggerezza di una critica militante

da “Il Manifesto” del 26 settembre 2014

Anne Marie Sauzeau, leggerezza di una critica militante

di Daniela Lancioni

La scomparsa della critica d’arte Anne Marie Sauzeau, per molti anni collaboratrice del “manifesto”

scom­parsa Anne Marie Sau­zeau al ter­mine di una malat­tia di cui poco sape­vano anche le per­sone che la cono­sce­vano bene. Nel ricor­darla dob­biamo far con­vi­vere atti­tu­dini e sfere di cono­scenza diverse,disponendone i tas­selli l’uno accanto all’altro in modo da farli gen­til­mente com­ba­ciare. Un noma­di­smo intel­let­tuale il suo che sem­brava ger­mo­gliare dall’istintivo rea­gire, in maniera lucida e lieve e sem­pre intel­li­gente, alle vicende della vita. Ope­rando scelte, ela­bo­rando con­tri­buti, met­tendo a punto una pra­tica che ora pos­siamo pren­dere a modello di quel ten­ta­tivo di armo­niz­zare la sfera pri­vata con quella poli­tica e pub­blica, mecca della sua gene­ra­zione che è stata gio­vane negli anni Ses­santa. Ha scritto su Mau­rice Merleau-Ponty e sui temi della filo­so­fia è più volte inter­ve­nuta sulle pagine di que­sto gior­nale di cui è stata a lungo firma auto­re­vole. Nel 1976 ha tra­dotto e pub­bli­cato in ita­liano S.C.U.M. il feroce mani­fe­sto per l’eliminazione dei maschi scritto nel 1967 dall’americana Vale­rie Sola­nas; allo scor­cio degli anni Set­tanta, cogliendo, evi­den­te­mente e con tem­pi­smo, la neces­sità di son­dare l’irrazionale, ha inter­ro­gato gli spi­riti enig­ma­tici che sono all’origine della moder­nità, riflet­tendo su Ste­phane Mal­larmé e sul poeta e inci­sore Aubrey Beard­sley. Con con­ti­nuità ha eser­ci­tato la cri­tica d’arte che ha saputo armo­niz­zare con la mili­tanza fem­mi­ni­sta.
A lei si deve la for­mu­la­zione di alcuni inter­ro­ga­tivi che sono ancora vitali se gio­vani stu­diose li assu­mono a punto di par­tenza delle loro ricer­che, come è il caso di Marta Ser­ra­valli che intro­duce il suo recente stu­dio sull’arte e il fem­mi­ni­smo negli anni Set­tanta con la domanda di Anne Marie Sau­zeau: dove si iscrive la dif­fe­renza ses­suale in arte? Nel 1975 di ritorno da un sog­giorno a New York Sau­zeau scri­veva «il fem­mi­ni­smo è ricerca intima della pro­pria iden­tità esi­liata, prima ancora che riven­di­ca­zione dei diritti civili» e poi ancora una domanda: «l’arte ha un sesso?». Su «Data» pre­sti­giosa rivi­sta d’arte di cui era col­la­bo­ra­trice si diede una rispo­sta, che suona quasi leg­gera, per­sino un poco iro­nica, tanto stem­pera con l’evidenza dei fatti la sin­tesi ideo­lo­gica che da essi ne è deri­vata: «L’arte forse no, ma gli arti­sti sì».
La sua mili­tanza, sin­te­tiz­zata nel con­cetto su cui è tor­nata più volte a riflet­tere di «altra crea­ti­vità», si è dun­que espressa met­tendo a frutto la sua pro­fonda capa­cità di inten­dere e la sua felice scrit­tura soprat­tutto al ser­vi­zio delle donne arti­ste. Lungo il cata­logo di coloro su cui ha riflet­tuto e scritto, da Carla Accardi a Gio­setta Fio­roni, da Arte­mi­sia Gen­ti­le­schi a Edita Bro­glio, Marilù Eusta­chio, Lucia Romualdi, Suzanne San­toro, Elisa Mon­tes­sori.
A rom­pere l’esclusività di que­sta scelta quasi tutta al fem­mi­nile biso­gna con­si­de­rare l’altro grande «tas­sello» della sua vita: quel genio di Ali­ghiero Boetti cono­sciuto nel 1962, quando lui ancora nean­che faceva i dise­gni psi­che­de­lici, spo­sato nel 1964 quando ancora man­cava qual­che anno all’exploit dell’Arte Povera e insieme al quale ha fatto due figli, Mat­teo e Agata met­tendo su una fami­glia che ha retto a lungo. Con Boetti, Sau­zeau ha con­di­viso anche più di un lavoro, il libro, ad esem­pio, ini­ziato nel 1970 e pub­bli­cato nel 1977 con la clas­si­fica dei mille fiumi più lun­ghi del mondo: una bella impresa con­den­sare in un volume migliaia di chi­lo­me­tri di acqua che scorre! A Boetti Sau­zeau ha dedi­cato più di uno stu­dio. Gli ultimi anni l’hanno vista impe­gnata, in col­la­bo­ra­zione con la seconda moglie dell’artista, nella pub­bli­ca­zione del cata­logo gene­rale delle opere di Boetti. A Sau­zeau spet­tava il com­pito di coor­di­nare il lavoro scien­ti­fico e il suo sapiente ade­rire al dato ogget­tivo e la sua capa­cità di scarto rispetto alle norme le ha per­messo, ancora una volta, di con­se­gnare un lavoro corag­gioso e innovativo.

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