13 Maggio 2015
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L’arte al plasma di Cal Lane

Di sé dice che le piace lavorare nelle vesti dell’avvocato del diavolo e si riferisce all’illusione del vedere,del guardare qualcosa e cercare in quell’immagine la contraddizione attraverso cui veicolare una visione empatica e assolutamente opposta ma in perfetto equilibrio con quanto l’ha promossa.
Questo avviene grazie anche al confronto-scontro tra i materiali e le loro lavorazioni, applicando a ciò che non sembrerebbe possibile le tecniche utilizzate in altri settori, tessili e meccanici insieme, ad esempio. E’ proprio da questo strano connubio che nascono i “centrini industriali” di Cal Lane, in cui la vita domestica e le lavorazioni industriali si uniscono, mettendo insieme pesante-leggero, maschile-femminile, forte delicato, funzione-decorazione, ateo-religioso,…
Dalle opposizioni, in un contrasto decisamente forte e particolare, nascono le opere di questa artista giovanissima che sfrutta materiali industriali in ferro come struttura base per i suoi interventi, in un gioco di equilibri tra utilizzo del materiale industriale e la delicata raffinatezza dei pizzi, in un traforo di luci impareggiabile che sembra scrivere per metafore qualcosa che affascina senza essere stucchevole o lezioso. Il pizzo, come genere di lavorazione, consente di nascondere e al tempo stesso esporre; velature che ombreggiano corpi o spazi conferendo loro profondità particolarissime oppure intimità come quelle di una lingerie che rivela le forme. Non mancano però anche i risvolti umoristici che si proiettano da relazioni inattese intorno all’installazione. Ciò che viene anche esperito è una comprensione dell’oggetto artistico non come qualcosa di razionale ma imprevedibile, legandosi questo alla luce e ad altri fenomeni del luogo in cui si colloca, creando dialoghi di vicinanza e a questo punto di analisi percettiva, relativamente alla relazione che si produce tra le differenti parti e i componenti.

I suoi ultimi lavori, però, sembrano aver acquistato un’impronta decisamente politica, ed è lei stessa, ancora una volta ad affermarlo, facendo notare che tutti noi viviamo in un tempo di guerra di cui è impossibile non sentire un senso di colpa che ci prende tutti come l’altro, colui che la guerra decide e chi la subisce. Il suo primo lavoro con questa nuova matrice, politica appunto, ha titolo “Bombing filigrana Car” .

In questo lavoro l’artista afferma di essersi concentrata sulla creazione di un rapporto in cui il cattivo gusto delle immagini si facesse sentire forte e chiaro. Immagini di fiori e  quindi della bellezza e della grazia vengono compressi sensibilmente in una forma che evidenzia una situazione violenta e tangibile. L’acciaio schiacciato dalla macchina viene tagliato secondo le trame di un pizzo e questo crea un panneggio in cui si evidenzia la rottura e da questa un senso di tristezza,si palesa un conflitto di attrazione tra il lavoro della fantasia con un’immagine orribile.

Nella sua mostra  “Crude“, Cal lane mette insieme, o tenta di farlo, il rapporto tra Dio e l’olio (i contenitori per l’olio ) . Anche se le immagini hanno a che fare con temi politici palesi le immagini non indicano nulla di specifico – si limitano a coesistere – e quello che dice realmente dipende dalla storia e dalla sensibilità dello spettatore. L’opera consiste in una serie di latte di olio  che sono state scorticate e aperte a forma di croce o come  il piano del pavimento di una cattedrale gotica. Le lattine sono state poi intagliate secondo i disegni delle icone mediovale o i simboli cristiani. Ben lavorato come  carta ritagliata, il bordo frastagliato del metallo assottigliato evoca sia un’immagine antica quanto qualcosa di contemporaneo, mettendo direttamente in gioco  sia coloro che si utilizzano richiami storici sia coloro che ignorano assolutamente ogni passata memoria. Accanto alle lattine ci sono anche tre barili di petrolio da 45 galloni. I tamburi sono scuoiati e srotolati per creare una superficie piana. La superficie viene poi issata sul muro e tagliata in una sequenza di molteplici immagini che ripetono modelli di tatuaggio e modelli di tessuto, simboli religiosi o anche segnali di pericolo. Il collage di immagini crea così una speciale guerra, un conflitto tra  simboli che alla fine sembra configurare in chi guarda una storia, come quella che veniva tessuta negli arazzi medievali.

Un’ultima nota, direttamente dall’artista. Afferma infatti, per spiegare le sue scelte, di essere sempre stata interessata  e attratta dalle cose che la ripugnavano, perché ciò che voleva era capire il loro segreto, carpire il loro senso o riuscire a sospendere su di esse il giudizio. Le cose che stanno collocate agli estremi tra loro, spesso danno lo stesso esito: il calore estremo uccide quanto il freddo glaciale, la stessa cosa vale per altre tipologie come odio e amore, violenza e castità, fame e sazietà. Ecco queste cose, attirano lo sguardo e l’attenzione su cui si appunta Cal Lane dando per risultato i lavori riportati.

veevera

http://artmur.com/en/artists/cal-lane/sweet-crude/

http://www.decordova.org/art/exhibition/cal-lane-crude

http://www.callane.com/works.html

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