10 Gennaio 2013

CINDY SHERMAN: That’s me – That’s not me. Le opere giovanili 1975 -1977 due mostre in Italia

Entrambe le mostre sono dedicate alle opere giovanili della Sherman.

L’opera giovanile di Cindy Sherman
Cindy Sherman inizia a studiare pittura alla State University College di Buffalo nel 1972, all’età di 18 anni. Nel 1975 abbandona la pittura per dedicarsi alla fotografia. Nell’estate del 1976 conclude gli studi e l’anno successivo lascia Buffalo per trasferirsi a New York. Contrariamente a quanto si pensava finora, i suoi primi lavori non sono i famosi Untitled Film Stills (1977-1980); a Buffalo, infatti, tra il 1975 e il 1977 sono nate numerose opere che costituiscono il fondamento della sua produzione artistica successiva.
Sherman si avvicina alle correnti artistiche contemporanee allo Hallwall Contemporary Arts Center, centro espositivo autogestito da artisti, fondato nel novembre 1974 dal suo amico Robert Longo e da Charles Clough. Poiché il centro ospitava molti visiting artists, ella conobbe tra l’altro Vito Acconci, Bruce Nauman e Chris Burden e alcune artiste che per lei furono senza dubbio un esempio. Lynda Benglis, Hannah Wilke, Adrian Piper, Eleanor Antin e Suzy Lake erano – come dice Sherman stessa – „role models“, poichè usavano nell’arte il proprio corpo femminile. I lavori giovanili dell’artista sono stati certamente influenzati dalle forme espressive che stavano emergendo all’inizio degli anni Settanta: il film, il video, la fotografia, l’installazione, la performance, l’arte concettuale e la body art.
L’opera giovanile di Cindy Sherman può essere suddivisa in tre fasi. Nella prima l’artista si dedica al ritratto: ricorrendo al trucco e alla mimica, nel 1975 realizza alcune serie fotografiche che la ritraggono con il volto trasformato. Le foto Untitled (Growing Up)rappresentano i cambiamenti della fisionomia di una bambina che diventa una ragazza e affrontano il tema del processo dell’adolescenza. La seconda fase inizia quando la performance coinvolge tutto il corpo dell’artista. Sherman fotografa se stessa in diversi ruoli e pose, assumendo differenti identità, e poi ritaglia le figure dalle fotografie (cut-out). Nascono così il film Doll Clothes(1975) e vari lavori in cui i cut-out vengono sovrapposti e allineati. Nella terza fase Sherman fa interagire diversi personaggi (caratteri), come nelle serie di cut-out A Play of Selves, Bus Riders e Murder Mystery (tutte del 1976).
A Play of Selves, in cui vi sono 244 personaggi e 72 scene distribuite in quattro atti e un finale, è un’opera teatrale complessa. L’artista mediante caratteri diversi (ad esempio la follia, il desiderio, la vanità, la sofferenza, la donna affranta, l’amante ideale) vi rappresenta il variegato e ambivalente mondo interiore femminile. Nella serie Murder Mystery, con circa 211 cut-out e 80 scene, Sherman costruisce un racconto giallo dal finale incerto, in cui ella interpreta vari ruoli, tra l’altro quello dell’amante geloso, del maggiordomo, della madre e del detective. Entrambe le serie hanno una struttura complessa e seguono uno storyboard raffinato: le singole figure assumono dimensioni diverse a seconda della scena. Il numero delle scene è determinato dallo spazio espositivo disponibile; Sherman le applica direttamente sulle pareti ad altezza d’occhio, creando in tal modo una grande installazione.
La complessa opera giovanile di Cindy Sherman è frutto di un processo creativo concettuale e performativo. A causa del carattere effimero dell’esposizione, molti cut-out, come per esempio i Bus Riders, sono andati persi. Negli anni trascorsi a Buffalo, Sherman per la prima volta eleva il gioco della metamorfosi a progetto artistico e realizza numerose fotografie, fino ad oggi inedite, che riuniscono in sé molti elementi del teatro e del cinema. Da più di 35 anni l’artista interpreta e reinterpreta una tutta l’ampia varietà di ruoli e di identità femminili.

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