1 Gennaio 2009
Settimocielo n°1

Per amore della città: donne architette interpretano il mondo nell’ottica della differenza sessuale

 

di Anna di Salvo

Ci sono donne che hanno messo al centro dei loro desideri la città e che intrecciando relazioni e competenze hanno operato per la ridefinizione del senso dello spazio e dell’abitare. In tutto questo lavorio come si mostra al presente lo stato della politica della città? Sono state trovate parole capaci di significare i mutamenti avvenuti? È facile riconoscervi i segni e le forme dell’esperienza femminile in città?
Sono questi i temi su cui si interroga l’architetta Gisella Bassanini, al pensiero della differenza sessuale sin da giovanissima negli anni Novanta con il gruppo “Vanda”, un Insieme di Architette, sociologhe, urbaniste e ingegnere del Politecnico di Milano che si proponevano di creare una genealogia femminile dell’abitare, dando visibilità e risonanza alla presenza di donne nell’ambito della progettualità e affermando una nuova idea di città a partire dal desiderio e dalle competenze femminili. Nel suo libro Per amore della città. Donne, partecipazione, progetto (Franco Angeli editore), Gisella Bassanini non offre risposte risolutive ma lascia aperte le questioni attraversando in maniera trasversale documenti, iniziative ed esperienze di donne di ogni parte del mondo impegnate a comprendere le trasformazioni dello spazio e dei modi di abitare. Emerge così buona parte di quanto le donne hanno prodotto in ambito accademico, amministrativo, professionale, scientifico e politico con il loro fare e pensare, i loro contributi positivi diretti a migliorare lo svolgersi della vita urbana grazie a una nuova visione di città. Sono donne che da anni interpretano il mondo attraverso la chiave di lettura della differenza sessuale e che orientano le loro analisi e le loro pratiche politiche in direzione del bene della città nei suoi vari aspetti, in particolare quello relazionale, prendendosi cura della qualità del convivere e dell’abitare. L’autrice sottolinea i contributi delle filosofe – Luce Irigaray, Wanda Tommasi, Luisa Muraro, Annarosa Buttarelli ed altre, gli interventi di “Pubblic art” o i testi delle scrittrici Chistine De Pizan o Charlotte Gilman, le iniziative di donne attive in associazioni quali “La Città Felice di Catania, Le Vicine di Casa di Mestre o Urbanima di Napoli. Pone l’accento sugli intrecci tra città che tengono in vita reti di relazioni come ad esempio “Le Città Vicine” nate nel 2000 e attive su tutto il territorio nazionale. Sottolinea analisi e progetti di specialiste competenti nel campo della progettazione e della realizzazione di forme e spazi, come le contemporanee Sandra Bonfiglioli e Ida Farè, e offre un’ampia documentazione dell’operato di Lina Bo Bardi, Eileen Gray, Charlotte Perriend e altre “madri simboliche” dell’architettura moderna femminile. Ognuna di queste esperienze è frutto di un agire amorevole che in una lettura d’insieme che mette in essere forme linguistiche e paradigmi nuovi per leggere e nominare simbolicamente “la città del desiderio” così come da sempre l’hanno voluta le donne.

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