“Da più parti e dai dati Istat risulta che l’occupazione femminile, qualificata e non, è aumentata (+ 2% a Milano). Anche l’aumento dell’occupazione dettata dalla crisi, che è documentata nel testo, è importante. Siamo convinte che questa avanzata dell’occupazione femminile, qualificata o meno, sia in ogni caso un punto di forza su cui far leva per intensificare la riflessione e provocare cambiamenti culturali e politici.” Commento redazionale
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Un altro modo di governare le aziende è possibile
Esperienze di un modo diverso di governare le aziende. Una proposta di Donnesenzaguscio.
Germania, una donna su quattro alla guida di piccole o medie imprese
di Alessandro AlvianiVenticinque per cento contro zero: è impietoso il confronto tra la percentuale di piccole e medie imprese, da una parte, e di grosse aziende quotate in borsa, dall’altra, che sono guidate da una donna in Germania. Un quarto … >
Conciliazione: per chi e a quale prezzo?
di Lourdes Pastor Martínez
Oggi, che non è il 25 novembre (Giorno contro la violenza verso le donne) e nemmeno l’8 marzo (Giorno internazionale delle donne), oggi, un giorno qualsiasi del mese di luglio, ai servizi informativi della televisione pubblica è parso bene dedicarsi un pochino alle donne.
Un’idea del lavoro è finita?
Il lavoro come rapporto sociale fondamentale che trasforma il mondo e la natura? Che produce ricchezza e libera gli uomini? Che fonda le comunità, gli dà un’etica e garantisce le identità individuali? Che qualifica la cittadinanza e dà accesso a diritti? >
La centralità del lavoro nell’agorà di Milano
Giordana Masotto
Perché è necessario e auspicabile “nominare le donne”
con l’intenzione di mettere in discussione il maschile come universale.
Un’ultima chance per il bene comune
Cosma Orsi
La parola a Daniela Parisi
Regole internazionali nuove per la finanza, attenzione alle condizioni dei lavoratori e una riforma etica della democrazia. >
Le imprese femminili nel Rapporto Censis 2008
Labitalia/ADN
Almeno sette donne su dieci hanno creato la propria azienda da sole. Non solo per necessità di lavorare e per non far chiudere un’attività preesistente di famiglia, ma anche per seguire una propria vocazione. >