di Luciana Castellina
Io non sono una pioniera del femminismo. Innanzitutto per ragioni generazionali, visto che appartengo a quella maturata nel dopoguerra, quando la promessa dell’emancipazione, e dunque della conquista di diritti uguali a quelli degli uomini, ci parve di già una bella prospettiva: non avevamo capito che quelli che servono a noi non sono gli stessi. Sono stata però una precoce recluta del nuovo femminismo che comparve sulla scena italiana intorno al ’68 – non figlia del movimento, ferocemente maschilista – e però accanto, perché ci aveva insegnato la ribellione.
Ebbi fortuna, perché a coinvolgermi fu il «femminismo della differenza», di cui tutt’ora rimango una fedele discepola. A convincermi fu Lia Cigarini, e fu più facile perché, sebbene parecchio più giovane di me, avevamo una provenienza analoga, la Fgci, di cui lei fu anzi la prima segretaria donna di una grande provincia, Milano (la nostra antica comunanza ha fatto sì, non a caso, che il primo scritto femminista della rivista «il Manifesto», del 1969, fosse firmato da Lia). >
Letture
Il personale è sempre politico: incontro con Rebecca Solnit
di Matilde Quarti
Quando incontro Rebecca Solnit è una giornata di sole e di vento, come quasi sempre a San Francisco. >
Un libro che emoziona e fa riflettere
di Francesco Varanini
Il libro Dalla servitù alla libertà. Vita lavoro politica per il XXI secolo (Gruppo Lavoro della Libreria delle Donne, ed Moretti & Vitali) mi ha attirato per la sua insolita costruzione, descritta nella introduzione dalla curatrice Giordana Masotto >
Dare senso al presente. Contrattazione, conflitto e differenza
di Michele De Palma
La lettura del libro del Gruppo Lavoro della Libreria delle Donne di Milano Dalla servitù alla libertà. Vita lavoro politica per il XXI secolo (Moretti&Vitali, pp. 359, euro 22, collana «Pensiero e pratiche di trasformazione») è avvenuta in occasione dell’Assemblea nazionale delle metalmeccaniche della Fiom >
Il piacere femminile è clitorideo. L’era della perla
di Marina Santini
María-Milagros Rivera Garretas, Il piacere femminile è clitorideo, Edizione indipendente, Madrid Verona 2021, 207 pagine, 17,00 euro- e-book 8,00. >
Né mogli, né monache: beghine da rivalutare
di Maurizio Schoepflin
La recente nuova edizione rivista e ampliata del libro di Silvana Panciera Le beghine. >
I 5 libri fondamentali di Annie Ernaux, neo Premio Nobel per la Letteratura
di Simona Sirianni
Per il suo pubblico era già un’icona e di certo non serviva il Premio Nobel per la Letteratura vinto ieri a farla amare ancora di più dai suoi lettori. >
L’universo fuori posto di Annie Ernaux
di Laura Pezzino
Una delle prime cose che ho fatto è stata digitare sulla tastiera «Auchan» e «Cergy» e cliccare su Street View. Appena il segretario permanente dell’Accademia di Svezia ha annunciato che Annie Ernaux aveva vinto il Nobel per la Letteratura, ma che non erano ancora riusciti ad avvisarla al telefono, il mio pensiero è andato a uno dei luoghi simbolo dell’autrice francese, almeno nell’ultima parte della sua produzione letteraria. >