di Elena Stancanelli
«Amore mio, quando leggerai queste parole avrò già lasciato questo mondo». Se parlassimo di un romanzo, lo chiameremmo incipit.
di Elena Stancanelli
«Amore mio, quando leggerai queste parole avrò già lasciato questo mondo». Se parlassimo di un romanzo, lo chiameremmo incipit.
di Alessandra Pigliaru
Il compito di colei o colui che scrive sembra consistere nel «diventare vedenti».
di Maria Concetta Sala
Si può giungere al racconto della propria vita quotidiana sotto la spinta di un’inquietudine oppure perché lo impone un’ispirazione che detta dentro
di Clotilde Bertoni
La riproposta di Mansfield Park,in una nuova traduzione di Luca Lamberti per Einaudi, riporta alla attualità l’opera della scrittrice inglese, che resiste alle traslazioni nel kitsch della mastodontica fanfiction a lei ispirata
recensione di Luisa Muraro
Era nata nel 1920 da genitori ebrei ucraini in fuga verso l’America attraverso un’Europa che si stava riprendendo dalla follia della Grande guerra e non sapeva di andare incontro a peggiori tragedie, ma sulla strada dei fuggiaschi un mostro era già appostato, l’antisemitismo.
L’estate è tempo di romanzi, ma forse anche di saggi di più lenta lettura. Consiglio allora due libri che ho seguito da vicino, C’è una bella differenza, il dialogo fra Luisa Cavaliere e Lia Cigarini che apre a molte riflessioni politiche e permette qualche interrogativo concreto sull’oggi (10 euro).
Care amiche,
perdonatemi se scelgo voi due per condividere l’emozione che ho provato nel vedere segnalato sul sito La nostra vetrina il libro di Clelia Marchi, ora pubblicato da Il Saggiatore, col titolo Il tuo nome sulla neve – Gnanca na busia.
di Ilaria Durigon
Più che una definizione dell’autorità, ciò che si troverà nel nuovo libro di Luisa Muraro (Autorità, Rosenberg & Sellier 2013) è una spinta a interrogarsi su di essa.