Elisa Campisi
«La prostituzione è sempre sfruttamento. Non è una scelta libera, perché le donne possono essere indotte dalla povertà o forzate da qualcuno. L’unico che ha davvero una scelta è l’uomo che paga per il sesso. È su di lui che dobbiamo spostare il focus». >
Punto di vista
Gaza, le donne e le mestruazioni. In carne viva
di Mariam El Khatib*
A ottobre ho sanguinato per dieci giorni senza avere accesso a un bagno vero e proprio. >
«L’intelligenza artificiale è più persuasiva degli umani. Se usata male, i rischi sono enormi»
di Elena Tebano
Intervista a Francesco Salvi, ricercatore italiano del Politecnico di Losanna, che ha dimostrato (studio su «Nature») che ChatGPT-4 è molto più efficace degli umani nel far cambiare idea alle persone. «Implicazioni enormi, dalla promozione di stili di vita salutari al rischio di manipolazione su larga scala» >
Perché aderiamo all’appello “24 maggio – 50.000 sudari”
di Presidio di donne per la pace di Palermo
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La libertà di esserci
di Antonietta Lelario
L’articolo di Lea Melandri (Quel cordone ombelicale che lega ancora la donna alla madre) e la lettera al Manifesto di Laura Colombo (Non si fraintenda la differenza sessuale, pensiero in relazione) hanno riaperto questioni di fondamentale importanza su cui penso dovremmo intervenire in molti e in molte. Io vorrei riprenderle sulla base della mia esperienza e delle mie scelte, discusse nel circolo “La Merlettaia di Foggia”. >
Invece di difendere le donne, lo Stato dice loro di nascondersi
di Ilaria Boiano
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiamato a rispondere in parlamento sul funzionamento del braccialetto elettronico, ha invitato le donne a rifugiarsi in una chiesa o in farmacia se allertate dalle forze dell’ordine di una violazione della misura cautelare applicata all’indagato, poiché lo strumento non consentirebbe un intervento immediato ed efficace delle forze dell’ordine. >
Con Gaza muore l’Europa
di Mai indifferenti – Voci ebraiche per la pace >
Nella rete ipermisogina degli incel
di Rita Rapisardi
I “celibi involontari” erano una piccola subcultura del web. Ma con i social fanno proseliti scaricando la loro rabbia contro il sesso femminile, “colpevole” della loro infelicità. >
