di Antonella Cunico
Gentile Direttore, l’ultimo caso di stupro perpetrato da parà statunitensi ai danni di una donna incinta ha provocato indignazione in molte donne e uomini di Vicenza: si tratta dell’ennesimo episodio di una violenza che costituisce la forma più brutale e purtroppo diffusa della riduzione a oggetto delle donne, e ne sono responsabili militari appartenenti a un esercito che si autodefinisce difensore della democrazia nel mondo.
Punto di vista
Noi, come scienziate e scienziati, mediche e medici, non possiamo tacere mentre questo crimine contro l’umanità continua
Ho conosciuto di persona, 20 anni fa, la fatica che vivono i palestinesi nel vivere sulla loro terra, nei territori occupati, a Gaza, a Gerusalemme. Ero andata con Ragazzi Salaam dell’Olivo a sistemare una scuola e a conoscere quel popolo lontano. Non era ancora iniziata la seconda intifada, eppure già allora era durissima.
Cara Luisa Muraro, mi spiego meglio
Cara Luisa Muraro,
partiamo dal fondo, e cioè dal fatto che Metro, giornale gratuito a larga diffusione, ha scelto di dare alla decisione della Chiesa Anglicana di consentire alle donne di diventare vescove tutta la prima pagina, con il titolo “Pari Opportunità”.
La fatica di essere ebreo e difendere il popolo palestinese
Avrei voluto celebrare la capacità d’integrazione e convivenza di due culture in uno Stato che sia da esempio in tutto il Medio Oriente, mi sarebbe piaciuto andare a Gerusalemme, dalla Porta di Jaffo prendere un bus per Ramallah, girare per mercatini e poi, seduto al tavolino di un bar, sorseggiando un caffè al cardamomo, scrivere e raccontare di un mondo di villaggi palestinesi e kibbutz che contribuiscono allo sviluppo di una cultura e un’economia che sommi la memoria e l’esperienza del passato con il dinamismo e la voglia di futuro;
Il Centro di documentazione e studi delle donne, a rischio di chiusura per l’indifferenza delle Istituzioni
C’erano una volta due magazzini in via Lanusei a Cagliari. In quei locali di una piccola e poco frequentata strada della città fu aperta, nel 1978, la Libreria delle donne, la prima in Sardegna e una delle poche in Italia. Erano i mitici anni ’70, segnati dalla contestazione, dal confronto politico onesto e soprattutto, per noi e per il mondo, dalla rivoluzione femminista.
“Io amo i palestinesi!” e fui riformata
Sarit Jacobsohn è una di quelle donne che a quarant’anni ne dimostra ancora venti, che ha un passato doloroso alle spalle ma che continua a dipingere quadri pieni di colori perché, come dice lei stessa, “viviamo nel posto più bello” ed è bello ricordarsene anche attraverso l’arte. La nostra chiacchierata Milano-Tennessee parte subito dal suo passato. Inizio con una domanda che mi sembra banale: “Da dove vieni?” e lei risponde: “Sono una cittadina del mondo”. Non poteva essere una risposta più azzeccata.
Cara Michela, cambia la legge su anoressia
Alla commissione Affari costituzionali della Camera giace, non ancora calendarizzata, una proposta di legge su bulimia e anoressia. Tra le prime firmatarie ci sono Michela Marzano, Mara Carfagna, Titti di Salvo, seguono numerose altre firme di deputati e deputate di tutti gli schieramenti. L’iniziativa è lodevole, perché tenta di sollevare un problema enorme, che in Italia viene spesso sottovalutato.
La violenza sessista non danneggia gli uomini, anzi!
di Laura Colombo
Non perdiamo il punto politico emerso nell’incontro dell’11 luglio 2014 alla Libreria delle donne La violenza, fuori e dentro di noi. Lì era in questione se Maschile Plurale ha l’autorità di parlare contro la violenza maschile, uno dei membri avendo ricevuto l’accusa di violenza psicologica da parte della ex compagna.
