4 Novembre 2021
Corriere della Sera

Chiaravalle da salvare: una tesi diventa progetto sociale per il rilancio del borgo

di Marta Ghezzi


Ci piace che tre giovani architette si mettano insieme per realizzare un progetto comune, ci vediamo un gesto politico femminile. E proprio a Chiaravalle, luogo illuminato dalla meravigliosa abbazia scelta come ultima dimora da un’altra “non milanese” che ha segnato la storia di questa città: Guglielma la Boema. https://www.libreriadelledonne.it/wp-content/uploads/2015/01/Guglielma_e_Maifreda_Luisa_Muraro.pdf

La redazione


Non sono milanesi. Antonella Bellinetti è di Udine, Idamaria Sorrentino della provincia di Avellino, mentre Ileana Iacono arriva da Avola, terra di vigneti intorno a Siracusa. Le tre giovani architette (età in scala dai 27 ai 29 anni) sono approdate nella metropoli nel dopo laurea, per frequentare la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico. In città hanno sempre abitato in zona Lambrate, a distanza ravvicinata dal PoliMi, per loro Chiaravalle – con l’eccezione della Bellinetti, che si era già misurata con un lavoro sull’Abbazia – era solo un puntino sulla mappa. Ci sono capitate per l’esame di Tutela e recupero dei centri storici e «quella Milano che non è più Milano» le ha travolte, conquistate.

«Borgo romantico, affascinante, dall’immenso potenziale», sottolineano, «peccato così decadente, salta subito all’occhio lo stato di abbandono». Poteva finire lì, restare solo come meta di gite domenicali. E invece non hanno più abbandonato «il paese satellite che, stranamente, è ancora città». Alla Scuola di Specializzazione si lavora individualmente, concentrandosi su un singolo monumento. Loro si sono proposte per una tesi collettiva di restauro urbano. «È urgente individuare soluzioni prima che i capitali privati, come è appena accaduto per la Cascina La Grangia, si mangino la Storia», avvertono, «un borgo così magico deve restare patrimonio di tutti».

Le tre professioniste hanno deciso, con lungimiranza (e furbizia), di muoversi coinvolgendo chi conosce bene il territorio: i suoi 1.036 abitanti. Dopo i sopralluoghi e le indagini in catasto e Comune, hanno lanciato a fine estate con l’hashtag #insiemeperChiaravalle un sondaggio nel borgo. E subito dopo aperto l’immancabile pagina Instagram Chiaravallemilanese, dove postano immagini d’epoca alternate a foto attuali e avanzano proposte. «C’è il tessuto antico, quel paesaggio avvertito come sospeso fra rogge e campi coltivati, a cui ridare pieno valore, ma c’è anche il vivere quotidiano faticoso, perché a Chiaravalle manca tutto, la farmacia, il medico, il bar-tabacchi, la fibra di Internet», spiegano, «per non parlare della carenza di collegamenti: un’unica linea di autobus per arrivare al quartiere Corvetto, se non hai l’auto qualsiasi spostamento diventa un incubo».

La tesi è in fase di conclusione. «È un work in progress, continuano a emergere nuovi tasselli», rivelano. Le priorità che indicano nel loro lavoro? L’elenco è lungo: oltre ai già citati servizi di base e al problema dei trasporti ci sono la viabilità (mancano i marciapiedi e le ciclabili); i restauri – il lavatoio del Novecento e la scuola, chiusa da anni, oltre alla dismissione dei binari ferroviari – e l’individuazione di uno spazio che possa diventare luogo d’aggregazione, «è un bisogno emerso trasversalmente, ma è un tasto delicato: la piazza centrale, che sarebbe adatta, è utilizzata come parcheggio. Ci sono esempi guida di recuperi incredibili di piccoli centri storici con problemi analoghi, basta la volontà». E concludono: «Speriamo di fare breccia negli assessorati comunali».


(Corriere della Sera-Milano, 4 novembre 2021)

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