22 Novembre 2017
Marie Claire

Filosofia per bambini, laboratori e appuntamenti

di Anna Alberti

 

Filosofia per bambini. La storia di Talete che guardando le stelle cade in una buca e viene sbeffeggiato dalla servetta di Tracia. Quella di Eraclito, che osservando l’acqua di un fiume capisce che tutto scorre, proprio come nella vita. E poi temi come la paura, l’amore, la guerra, l’esperienza, l’esistenza dopo la morte, passando per una caduta dalla sedia: sono gli argomenti affrontati da Lola, Marta, Tito, Margherita, Arianna, Lea, Sasha, Fosca, Anita, Milo – età compresa tra gli 8 e gli 11 anni – all’Accademia delle Piccole Filosofe, condotta da Luisa Muraro alla Libreria delle donne di Milano (il secondo anno “accademico”, appena iniziato, in realtà è aperto anche ai bambini). Solo una delle sempre più numerose occasioni dedicate ai baby pensatori, tra percorsi didattici, festival e laboratori organizzati un po’ ovunque in Italia per andare incontro alla più spontanea tra le attitudini dei ragazzini: quella di fare domande.

«All’inizio qualcuno ci guardava con una certa indulgenza. Grande errore, perché i bambini sono dei filosofi nati: non si vergognano a chiedere perché. Sono curiosi, fanno di ogni cosa – per quanto piccola e banale – argomento di speculazioni ingenue eppure profonde. Proprio come i grandi pensatori», racconta Luisa Muraro, docente di Filosofia teoretica all’Università di Verona. «E io che di solito sono tormentata, nervosa, con loro mi sento a mio agio: sono affascinata e spiazzata dalla loro naturalezza e spontaneità, che spesso da grandi perdiamo. Nei nostri incontri, che conduco insieme alla giovane Lola – la bambina che ha immaginato e voluto questa accademia -, non abbiamo alcuna pretesa di arrivare a una risposta. Anzi, la prima scoperta che abbiamo fatto è proprio che per ogni quesito ci sono molte possibili risposte. Per esempio a proposito della vita “dopo”, Tito dice che si vive una volta, poi si rinasce, e si rinasce ancora (in pratica la metempsicosi). Ma la risposta più filosofica che ho sentito è arrivata da Milo, dopo lunga riflessione: “La vita dopo la morte? Strano…”. Trovo che sia davvero la sintesi di tutto ciò che si può dire, credenti o no».

Che la filosofia finisca per diventare una materia in più tra le tante che affollano i pomeriggi dei bambini, gravati da compiti su compiti?, si chiede già qualcuno. «Nessun pericolo», assicura Francesco Mapelli, fondatore insieme a Ilaria Rodella, dei Ludosofici, promotori di molti eventi junior tra cui gli Stati generali di filosofia per bambini. «I nostri laboratori esulano da scuola e lezioni in senso classico: gli strumenti per ragionare sono, a seconda dell’idea con cui vogliamo confrontarci, foglie, conchiglie, colori, scatole, cartoni, pezzi di cemento, gomme vecchie, musica, opere d’arte… Perché è dal fare, dal vedere, dal toccare, che nascono le riflessioni che poi diventano pensiero. Come diceva Seneca, “facere docet philosophia, non dicere”, ovvero la filosofia insegna ad agire, non a parlare. E i bambini con noi pensano facendo, rendendo visibile l’invisibile».

Qualche esempio pratico? «C’era una volta una tigre che mangiava una gazzella… Ma se fosse la gazzella a mangiare la tigre?!». Ecco uno dei tanti temi lanciati nel corso del festival milanese A spasso con Sofia (realizzato a Milano la primavera scorsa in sei location diverse, e già previsto per il maggio 2018), racconta ancora Francesco Mapelli. «In quel contesto ci siamo divertiti a tessere nuove ipotesi sulla storia della gazzella, incrociando il possibile con l’impossibile e la realtà con nuovi sviluppi fantastici. In un altro abbiamo provato a costruire la città ideale facendo incontrare Tommaso Moro con Godzilla. Poi siamo andati a caccia di idee, che secondo Platone stanno tutte insieme oltre la volta celeste, e per Aristotele invece si possono costruire da sé. E il tempo? Un concetto difficile, tant’è che anche Sant’Agostino diceva che quando cercava di spiegarlo non ci riusciva. Per questo abbiamo tentato di ragionare insieme per scoprire come mai una giornata a giocare passa più veloce di quella trascorsa a casa ammalati: non sarà che l’orologio a volte non funziona tanto bene? Alla fine la cosa più importante che abbiamo capito è che anche se non riusciamo a rispondere a tutte le domande, non dobbiamo smettere di provarci».

Ma c’è un’età giusta per cominciare tutto questo? Alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena – che ha partecipato all’ultimo Festival della Filosofia di Modena – sono convinti che le grandi domande comincino sin dall’asilo, e che i giochi del “fare finta” siano già dei minilaboratori filosofici. Della loro esperienza con i bimbi delle scuole di infanzia modenesi Carlo Altini – direttore scientifico della Fondazione – insieme ad altri autori ha scritto in Piccole Ragioni. Filosofia con i bambini, ed. Franco Cosimo Panini): «Come Socrate, immaginiamo di voler costruire da zero un paese giusto in cui vivere bene. Oppure immaginiamo isole disabitate, mondi pieni di cose sconosciute, case da inventare, navi per viaggiare… Sospesi tra il mondo quotidiano e i mondi immaginati, coinvolti senza saperlo in esempi e metafore della filosofia, bambine e bambini di quattro e cinque anni parlano del bene e del male, del mondo che esiste ai loro occhi e di altri mondi possibili».

Niente di nuovo del resto: già negli anni 60 Matthew Lipman e Ann Margaret Sharp parlavano di Philosophy for Children (conosciuta come P4C) per migliorare la capacità logica attraverso i dialoghi filosofici: un’avventura formativa e un esercizio di umanità. Rifacendosi a quell’idea, Silvia Bevilacqua e Pierpaolo Casarin hanno introdotto nuove pratiche nelle scuole elementari genovesi, trevisane e milanesi (queste ultime raccontate in Philosophy for children in gioco – Mimesis Edizioni). Anche qui niente cattedra, ma un solo obiettivo: imparare col gioco a esercitare la dialettica, a non accontentarsi di idee già pronte. Per imparare a ragionare in modo autonomo sin da piccoli. E non smettere più.

Prossimi appuntamenti Per tutto novembre – mese che l’Unesco dedica alla filosofia, celebrandone la Giornata Mondiale il 16 di ogni anno – i Ludosofici organizzano laboratori gratuiti per le scuole primarie e secondarie a Milano, Napoli, Vicenza. Gli incontri dell’Accademia delle Piccole Filosofe avvengono invece a Milano ogni terza domenica del mese: il prossimo è previsto per il 26 novembre alla Libreria delle donne.

(Marie Claire, 22 novembre 2017)

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