di Cristiana Fischer
La generazione che avviene tra i due sessi è il dato mentale più fondamentale per ognuno di noi dato che siamo in vita. E poi che ne siamo consapevoli, andiamo a cercare tra animali e piante tutti gli esempi che riproducono questo due differente che è all’origine. Non penso che il “due originario” sia la diade donna che genera e creatura generata, come ha scritto Giordana Masotto (Perché accontentarsi di metafore?, VD3 17 luglio 2017). Occorre la differenza perché emerga qualcosa di nuovo, nuovo sarà allora quello che ancora non c’era.
La GPA cancella il due originario sessuato, e gli sostituisce – la nostra tradizione ha aperto un’autostrada in proposito – quello tra corpo e soggetto: il corpo gestante e la madre maschile. Il corpo è pura materia al lavoro, che produce un corpicino materiale, neutro+neutro, cui la madre maschile darà soggettività di figlio.
Vengono in mente tante cose. Il dogma dell’Assunzione è l’idea che contrasta questa perversione dell’immaginazione (e mi pare di vedere un senso anche nel fatto che il figlio sia maschio).
Tutto il campo del dono, della generosità, così come la storia di Sara (disse ad Abramo suo marito: vai dalla serva Agar, forse IO -SARA- POTRÒ AVERE FIGLI DA LEI), occupa rapporti orizzontali femminili entro un quadro patriarcale, si intuisce anche un altro tipo di separatismo.
Ma oggi non è così, le donne sono messe al lavoro della gestazione da maschi nella sfera della circolazione del denaro, e il quadro ideologico di riferimento è quello dell’uguaglianza e del neutro: i sessi non contano (tanto che si immaginano moltiplicarsi), e la madre è femminile come maschile.
Quindi Giordana fa bene a concludere che insistere sulla radicalità simbolica della relazione materna, che fa venire al mondo ed è il lavoro di rendere possibile la convivenza umana, può portare lo stesso sesso maschile a “riposizionarsi”, e non pensare più a spargere il seme per il mondo a destra e a manca.
Ciao, Cristiana
(Via Dogana 3, 3 settembre 2017)