di Laura Minguzzi
Che senso ha passare le vacanze in Ucraina? Le badanti in agosto tornano a casa e io, accompagnata da mio marito, voglio andare a vedere come vivono Tatjana, Olga, Galina, Marianna, Alioscia, Sergej, Dimitrij dopo la sconfitta del comunismo e la vittoria della rivoluzione arancione del 2004. Esplorazioni estive le chiamava Simone Weil nel ’38, per misurare la temperatura del tempo presente. Lei in quell’anno andò in Germania per capire cosa stava succedendo, cosa si stava preparando e perché. La forza del potere di uno dei tanti, immaginata propria, dal popolo. Immaginazione e realtà si confondono e si autodistruggono. >
Punto di vista
Nei libri c’è la vita – Incontro con Antonia Pozzi
TERZO APPUNTAMENTO – Dal 17 novembre 2021 una serie di sei incontri in Libreria aperti a ragazze e ragazzi dai 15 ai 25 anni. >
Donne vittime di violenze subdole, teorie gender e “fluidità di genere”
di Pinella Leocata
«Chi ha paura della libertà delle donne?». Una questione complessa su cui si sono interrogate le femministe della rete “Le città vicine”, e gli uomini di “Maschile plurale”, nel corso di un convegno on line organizzato da Anna Di Salvo de “La città felice” di Catania. >
Ucraina: c’è anche il dramma delle madri “surrogate”
di Elena Bandiera
L’Ucraina è sull’orlo di una guerra. Il mondo è con il fiato sospeso, l’Europa potrebbe trovarsi a fronteggiare un conflitto in casa, chi può lascia il Paese ma c’è anche chi non vuole farlo. >
Sputiamo su Hegel e l’Amica geniale
di Redazione Rivista Studio
Nell’episodio andato in onda il 20 febbraio dal titolo “Terrore”, Elena è ormai diventata una scrittrice famosa, vive a Firenze col marito e ha due figlie. >
Dottoresse afghane: «Vogliamo ricominciare a salvare vite. Le vostre»
di Anna Alberti
Mahtab e Sahar, ginecologhe afghane, lavoravano a Herat nel Centro senologico della Fondazione Umberto Veronesi. Sei mesi fa sono riuscite a scappare, con uno degli ultimi voli. Il loro sogno è indossare di nuovo il camice bianco >
Abuela Cristina, l’ultima custode della lingua perduta della sua gente
di Paola Rizzi
Su Wikipedia Italia Cristina Calderón è definita scrittrice, etnografa e lessicografa cilena. Nonché, dal 2009, classificata «tesoro umano vivente» dall’Unesco, riconoscimento che di solito assegna la cultura dominante a qualcosa di unico e immateriale che quella stessa cultura ha contribuito a cancellare. Un tesoro che abbiamo definitivamente perduto mercoledì scorso, quando il covid se l’è portata via a quasi 94 anni in un’ospedale di Punta Arenas, nella Patagonia cilena >
Camilla, la Cederna e le altre
Incontro al Circole della rosa >