23 Novembre 2013
il Fatto Quotidiano

L’inutile parità dei genitori “1 e 2”

di Marco Politi
Qualcosa non funziona nella decisione presa al liceo Mamiani di cancellare l’appellativo di padre e madre sul libretto delle giustificazioni, introducendo l’etichetta “genitore 1” e “genitore 2”.

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20 Novembre 2013
Repubblica

Inghilterra, dal Sinodo della Chiesa anglicana primo sì alle donne vescovo

La Chiesa d’Inghilterra rompe con la tradizione e si avvia verso una scelta clamorosa: 378 favorevoli, otto contrari, 25 astenuti, è praticamente un plebiscito la votazione con cui il Sinodo della Chiesa anglicana, riunito da ieri a Londra, ha deciso per l’apertura al vescovato alle donne. Una grande vittoria per Justin Welby, nuovo arcivescovo di Canterbury, tra i maggiori sostenitori della riforma.

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16 Novembre 2013
www.ilcambiamento.it/

L’Iran e “L’albero dei fiori viola”, intervista a Sahar Delijani

In occasione del Salone del Libro di Torino, Elena Donà ha avuto modo di intervistare la scrittrice iraniana Sahar Delijani, che ha appena pubblicato il suo primo romanzo “L’albero dei fiori viola”, e di parlare con lei dell’Onda Verde, dei … >

15 Novembre 2013
Corriere della Sera

La differenza secondo la Crusca

«La prima ministra Enrico Letta…». Che ne dite? Vi pare una formula corretta? Risposta: no. Dunque perché dovrebbe essere corretto dire: «Il ministro Maria Chiara Carrozza»? Risposta: a rigor di logica (grammaticale) non è corretto, ma per alcune professioni e cariche l’uso ci suggerisce il maschile anche quando abbiamo a che fare con un referente femminile. Niente di più sbagliato.

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15 Novembre 2013
donneuropa.it

Femminismo e religione: per Luisa Muraro una relazione possibile

Intervista di Marianna Cappi

Che cosa l’ha spinta, da non credente, allo studio delle mistiche? Che cosa può dirci ancora oggi la loro esperienza? La distinzione così drastica tra credenti e non credenti, non mi corrisponde e siamo in molte a pensarla così, forse anche tra gli uomini.

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14 Novembre 2013
il manifesto

Una semantica della generosità

Quante sono le parole di cui possiamo e forse dobbiamo riappropriarci, ripulendone e decostruendone i significati dominanti? La cura, per esempio, è una di queste. Se, infatti, nel comune e un po’ confusionario immaginario viene a segnalare l’idea opprimente dell’obbligo, dello sforzo o di un’altrettanto perniciosa sindrome salvifica, oggi sappiamo che vale la pena soffermarcisi con meno pregiudizi.

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