di Paola Centomo
Osservatori, think thank, progetti partecipativi e non solo… Ecco i luoghi più interessanti da conoscere sul tema del femminismo oggi: sono reali e virtuali, istituzionali oppure di frontiera, storici o nati da poco >
Archivio dell'autore: Massimo Lizzi
Senz’acqua né privacy, le donne di Gaza resistono. Ma per quanto tempo?
di Farah Barqawi
Ero un’adolescente quando vivevo a Gaza vent’anni fa. Ricordo che un giorno avevo un ciclo pesante. Ero alla fermata dell’autobus al valico di Rafah, che aveva sedili di plastica bianca. Ho traboccato e ho macchiato il sedile. Una donna anziana mi ha chiamato e mi ha indicato il sangue. >
Importanti figure della società civile israeliana contro l’incitamento al genocidio dei palestinesi
di Alice Facchini
C’è chi parla di radere al suolo la striscia di Gaza. Chi chiede di non avere nessuna pietà “per i crudeli”. Chi invoca l’uso della bomba nucleare. >
Il personale è politico
di Beppe Pavan
È stata una piacevole sorpresa la richiesta, da parte di Paolo Ferrero, coordinatore del gruppo di Unione Popolare di Pinerolo, di raccontare per la rivista del PRC [Partito della Rifondazione Comunista] la storia e le iniziative per il cambiamento del maschile che anche a Pinerolo si sono andate consolidando >
Iran, il 2023 della rivolta delle donne. Almeno 18 sono state giustiziate da inizio anno
di Micol Maccario
«Nessuno può prevedere come inizia una rivoluzione. Né può sapere quando un’ingiustizia farà in modo che la furia di un popolo superi la sua paura» >
Botta e risposta tra Mulè e Cecilia Guerra che lo chiama signora presidente
La deputata del Partito democratico Cecilia Guerra, durante la discussione sulla manovra alla Camera, si rivolge al presidente di turno, Giorgio Mulè di Forza Italia, chiamandolo “Signora presidente” >
Sentinelle sociali contro la violenza sulle donne. Uomini, ora tocca a voi
di Paola Centomo
Spinta dal coraggio e dall’esempio di Gino Cecchettin, nei cortei del 25 novembre c’è stata per la prima volta un’alta partecipazione maschile. Un episodio che va oltre l’onda dell’emozione e segna il primo, timido passo di un cambiamento. Ce lo spiegano alcuni di loro, impegnati a vario titolo a operare un salto di qualità. Convinti che, «anche se si è persone perbene, si fa parte di un genere che la violenza la esercita» >
Tal non è da solo: “Molti giovani rifiutano la violenza, ma in silenzio”
di Michela A.G. Iaccarino
«Ci chiamiamo Mesarvot, vuol dire “noi rifiutiamo” declinato al femminile, perché siamo anche un’organizzazione femminista», dice al telefono il portavoce della rete di obiettori di coscienza israeliani di cui fa parte Tal Mitnick, il giovanissimo refusnik che ha rifiutato di indossare la divisa perché «un massacro non mette fine a un altro massacro». >