Ho in mano il libro Mia madre femminista. Voci da una rivoluzione che continua (Il Poligrafo, Padova 2015): la foto di copertina, un bel b/n mi riporta agli anni ’70, a quel gesto mostrato dalle donne nelle piazze di tutto il mondo. Il titolo dice di una relazione forte e spesso contrastata, di rapporti, di un cambiamento radicale che è ancora in atto. >
Letture
Ossimori che intrecciano differenze e scritture
di Anna Maria Crispino e Marina Vitale | ANTICIPAZIONI . «Dell’ambivalenza. Dinamiche della narrazione in Elena Ferrante, Julie Otsuka e Goliarda Sapienza», un volume collettivo e a più voci per Iacobelli editore fra letteratura e critica. Un estratto dall’introduzione >
Annie Ernaux racconta la lunga vita dei morti
di Goffredo Fofi | Dopo Il posto e Gli anni, L’orma ci regala un altro bellissimo récit o memoir di Annie Ernaux, scrittrice francese che ha scavato nel suo vissuto per una sete di conoscenza ben diversa dai narcisismi del nostro tempo. >
Madri e figlie in poesia: La tesa fune rossa dell’amore
di Luciana Tavernini | Proponiamo la relazione introduttiva per l’incontro Madri e figlie in poesia, tenutosi al Circolo della rosa sabato 11 giugno 2016, con Loredana Magazzeni, Donatella Massara, Laura Modini e Cristina Salardi. >
Il saggio di Lucetta Scaraffia. La Chiesa e le donne, se l’ apertura è un ritorno alle origini
di Gian Guido Vecchi
La realtà si capisce meglio quando la si guarda dalla periferia, ama ricordare papa Francesco attingendo al pensiero della filosofa argentina Amelia Podetti.
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Pensavo solo a disubbidire (Titolo originale: «Je ne pensais qu’à désobéir»)
di Sandrine Blanchard
Mia madre è stata fondamentale. Per la sua personalità, la sua forza, il suo sguardo sul mondo e in particolare sul mondo sociale… >
L’altra figlia di Annie Ernaux
di Massimo Raffaeli | Annie Ernaux, «L’altra figlia», L’Orma editore. Un ricordo primordiale, fondativo, dà il la a una lettera in cui spiccano la «mancanza» e il senso collettivo dell’esistere >
“Diamoci il tempo di pensare”
di Gemma Pacella
«Dice Luisa Muraro: non c’è da proibire, ma da non sbagliare e se ci parliamo e ci capiamo, in primis tra donne e con gli uomini forse sbagliamo di meno» >