di Riccardo Redaelli
L’Iran è una contraddizione. È un paese in cui manca la libertà personale ma è anche il più affamato di cultura occidentale nel Medio Oriente. La scelta del Salone del Libro di Torino di invitarlo per il 2020 come ospite d’onore può configurarsi come una straordinaria opportunità per l’Italia: oltrepassare i muri ed essere un ponte tra mondi diversi. A una condizione: dare voce anche a quella parte di società iraniana che il sistema ha cercato di silenziare. >
Dalla stampa
Libertà femminile
Lettera di Luisa Muraro
Caro Manifesto, sono femminista e sento la responsabilità di intervenire sulla condanna dell’aborto da parte del papa. >
Bia Sarasini. Maestra di parole e pratiche
di Silvia Neonato
Il ricordo. Una vita spesa per la politica, la scrittura e le relazioni. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 69 anni >
Il mio sessantotto. La rivolta nella rivolta: il femminismo delle origini
di Laura Minguzzi
Vorrei iniziare il racconto sul mio sessantotto a partire dal valore orientante che io attribuisco alle amicizie femminili e all’amore nella mia esperienza. >
Genitori, figli La via di Pillon non funziona
di Fiorenza Sarzanini
È giusto garantire ai figli di trascorrere lo stesso tempo con il padre e la madre che hanno deciso di lasciarsi. >
L’anima del «progetto Riace» è nella storia di donne coraggiose
di Francesco Cirillo
La Comune di Riace. Lemlem, coinvolta nell’inchiesta, è una mediatrice culturale in fuga dalla guerra >
Non Una Di Meno: stato di agitazione permanente
di Shendi Veli
Incontro nazionale a Bologna. «Questo è un movimento maturo, che riconosce la violenza maschile come strutturale, capace di ricollegare i nessi tra sfruttamento, sessismo e razzismo, e che punta a una liberazione di tutte le soggettività oppresse. I migranti, e ancora di più se donne, lesbiche, trans e queer, sono oggi i più colpiti dalla torsione nazionalista e neoconservatrice che sta investendo l’Italia e il mondo» >
La campana di Riace
di Ida Dominijanni
In un paese come l’Italia in cui un partito al governo può restituire cinquanta milioni di maltolto alle casse pubbliche in ottanta comode rate, in una regione come la Calabria che non smette di essere massacrata da pratiche amministrative criminali di ogni genere, accade che il sindaco di un piccolo paese diventato in mezzo mondo simbolo dell’accoglienza ai migranti venga arrestato per aver aiutato una nigeriana senza permesso di soggiorno a sposarsi con un residente in modo da non essere rispedita a casa, e per aver agevolato due cooperative nell’assegnazione della raccolta dei rifiuti in modo da impiegare i migranti in questo lavoro utile a tutta la comunità. >
