di Francesca Mannocchi
Dalla finestra della sua camera, a nord di Tel Aviv, Iddo Elam ogni mattina vede uno striscione che recita: Bring them home. >
Dalla stampa
La medicina di genere serve perché gli uomini non sono l’umanità
di Micol Maccario
Il fondatore dell’anatomia moderna Andrea Vesalio studiava il corpo maschile e poi applicava le conclusioni anche a quello femminile, come se il fisico delle donne fosse uguale a quello degli uomini, solo un po’ più piccolo >
La premio Nobel per la pace Mohammadi alle Nazioni Unite: «Inserite l’apartheid di genere nei crimini contro l’umanità»
di Narges Mohammadi, testo raccolto da Greta Privitera
Questa è una lettera che l’attivista e premio Nobel per la pace, Narges Mohammadi, cinquantun anni, ha scritto dal carcere di Evin, a Teheran, per chiedere alle Nazioni Unite di inserire l’apartheid di genere nella lista dei crimini contro l’umanità «perché in tutto e per tutto simile all’apartheid razziale». Fare uscire dalla prigione le sue parole non è mai semplice e comporta per l’attivista altre punizioni e mesi dietro le sbarre. Pubblichiamo per intero la sua lunga missiva mandata in esclusiva per l’Italia al Corriere della Sera. >
GenerAzioneD. «Disforia di genere? Niente ormoni. Salvate i nostri figli»
di Luciano Moia
Oltre cento famiglie dell’associazione GenerAzioneD lanciano un appello a scuola e medici: aiutate i ragazzi con problemi di identità a trovare la propria strada. Non tutti devono diventare trans >
La cultura dello stupro impedisce di vedere la vittima come tale. E ha a che fare col sesso
di Rosella Postorino
Nel libro A Woman in Berlin, diario della primavera del 1945 a Berlino, che pubblicò in forma anonima dopo la guerra, Marta Hillers racconta che, in attesa dell’arrivo dei russi, le donne tedesche dicevano, per esorcizzare la minaccia di stupro: meglio un russo addosso che un americano sulla testa. >
Filosofe? Ce ne sono eccome, solo che gli uomini non le leggono
di Donatella Borghesi
E ora che l’Enciclopedia Treccani sceglie “femminicidio” come parola dell’anno appena finito, ora che il film di Paola Cortellesi è tra i più visti nella storia del cinema italiano, ora che la consapevolezza femminile della propria forza propositiva comincia a essere coscienza condivisa, ora che dopo l’emozione seguita alla morte di Giulia Cecchettin gli uomini hanno cominciato a interrogarsi sulla cultura patriarcale o post-patriarcale che dir si voglia, qual è lo stato delle cose del rapporto tra i sessi? >
Femminicidio: un nome nuovo per un orrendo crimine millenario
di Annarosa Buttarelli
Circola da qualche tempo un appello che richiede firme a sostegno della denuncia di “femminicidio di massa” avvenuto il 7 ottobre scorso ad opera di Hamas, in Israele >
Femminicidi, adesso diamo visibilità alla mobilitazione culturale dei maschi
di Stefano Ciccone
È trascorso più di un mese dal funerale di Giulia Cecchettin. In quell’occasione le parole del padre Gino e la presenza di migliaia di persone hanno segnato un cambiamento nella percezione pubblica della violenza maschile contro le donne. Nel frattempo, altre donne sono state uccise dal marito o dall’ex compagno, altre ferite gravemente, sfigurate, minacciate. >