di Gabriella Galzio
Lo sguardo alto sul divenire delle civiltà è stato coltivato a lungo dalla studiosa tedesca delle civiltà, nonché filosofa teoretica, Heide Göttner Abendroth che nella seconda metà del ’900 ha fondato i Moderni Studi Matriarcali, portando alla luce intere civiltà, sepolte sotto la dicitura “Preistoria”, e restituendole a pieno titolo alla Storia, che dunque si amplia del suo tratto paleolitico e neolitico rimosso >
Archivio dell'autore: Massimo Lizzi
Fabio Roia: «Anche fra i giovani è radicata l’idea patriarcale del possesso»
di Giusi Fasano
Roia dice la verità: tutte le ragazze, le donne che decidono di rompere una relazione senza l’accettazione dell’altro devono considerarsi a rischio >
La lettera della sorella di Giulia Cecchettin
di Elena Cecchettin
Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. >
Quando ogni idea è nelle cose. Addio a Antonia S. Byatt
di Francesca Borrelli
Morta a ottantasette anni la scrittrice e critica letteraria inglese, aveva vinto il Booker Prize nel 1990 con «Possessione». Ripubblichiamo l’intervista che Francesca Borrelli le fece in occasione del festival di Mantova il 3 settembre del 2003, incontrando l’autrice, notoriamente schiva, a Torino >
Artiste e artisti russi contro la guerra
di Jacopo Agostini
L’arte in fuga. Dopo l’invasione dell’Ucraina, parecchie migliaia di russi hanno lasciato il paese, tra questi numerosi intellettuali e artisti in cerca di un futuro sicuro. >
“C’è ancora un domani” per le donne afghane
di Franca Fortunato
Se è vero che la guerra, con le dovute eccezioni, non ha un volto di donna, come scrive la scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič, è certo, invece, che la lotta e la resistenza ha il volto di tante donne. >
È vero: “tutti gli uomini pensano come pensa un femminicida”. Me compreso
di Andrea Engheben
Tutti gli uomini pensano come pensa un femminicida. Tutti, fidanzati, ex, padri, mariti, figli, potenzialmente, potremmo diventarlo. Anche il sottoscritto che scrive. Nessuno è escluso. >
Eve Ensler: «V come vittoria. Non ho più voluto il nome scelto da mio padre violento»
di Letizia Rittatore Vonwiller
La sua opera I monologhi della vagina del 1996, rappresentata nei teatri di più di 140 Paesi e tradotta in 48 lingue, è stata la scintilla che l’ha spinta a promuovere progetti a favore delle donne e delle bambine abusate: come il V-Day, organizzazione mondiale che raccoglie fondi per associazioni in assistenza alle donne che subiscono violenza e One Billion Rising, manifestazioni nelle piazze di Paesi per ballare insieme in segno di protesta >