13 Novembre 2019
Vanity Fair

Scritto nel corpo: L’evento di Annie Ernaux

di Daria Bignardi
Come scrive la scrittrice francese Annie Ernaux a proposito di una figura del suo passato, per me lei è una di quelle donne «morte o vive, reali o immaginarie, con le quali, malgrado tutte le differenze, sento di avere qualcosa in comune. >

9 Novembre 2019
Quotidiano del Sud

Giuditta Levato: uccisa per la seconda volta dal Parlamento Europeo

di Franca Fortunato
Sono passati settant’anni da quel tragico giorno (28 novembre) del 1946 quando Giuditta Levato, la contadina comunista nata nel 1915 a Calabricata di Albi (oggi Sellia Marina), venne uccisa sulle terre date in concessione alla cooperativa di cui faceva parte ed espropriate al barone latifondista Pietro Mazza in forza del decreto sulle “terre incolte” del 1944 del ministro calabrese dell’Agricoltura Fausto Gullo. >

8 Novembre 2019
Internazionale

Israele – Ai palestinesi non resta che odiare

di Amira Hass
Qualche tempo fa un’israeliana che vive negli Stati Uniti e gira documentari mi ha contattato per chiedermi un consiglio su una nuova serie che sta preparando. >

8 Novembre 2019
Osservatore Romano

I media e la violenza sulle donne

di Anna Lisa Antonucci
Un manuale per i giornalisti per fare luce, in maniera corretta, sulla violenza sulle donne, un fenomeno che persiste nel mondo ed è l’ostacolo maggiore all’uguaglianza di genere e allo sviluppo durevole. >

8 Novembre 2019

Transessualità: le necessarie mediazioni

di Luisa Muraro
Forse per caso, forse invece no, un mercoledì sera sul canale 9 della tv ho visto una puntata del nuovo programma di Daria Bignardi, L’assedio. >

8 Novembre 2019
Casablanca

Lea Garofalo e le altre

di Franca Fortunato
Alba A., Maria Stefanelli, Simona Napoli, Giuseppina Pesce, Giusy Multari, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo, Annina Lo Bianco sono donne cresciute in famiglie di ’ndrangheta, che per amore della loro libertà e quella delle loro figlie e figli sono divenute testimoni o collaboratrici di giustizia, denunciando e mandando in galera madri, padri, sorelle, fratelli, mariti, parenti, i cui legami di sangue hanno da sempre assicurato alla ’ndrangheta omertà, forza e mancanza di pentiti. >