di Franca Fortunato
Nei giorni scorsi i mass media hanno dato la notizia che a Torino un bambino è stato registrato all’anagrafe come “figlio di due madri” e a Roma un altro come figlio di “due padri”, facendo intendere che stavano parlando di una medesima condizione umana. >
Dalla stampa
Le donne non si fermeranno
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle città spagnole, indignate dalla decisione del tribunale di Pamplona che ha assolto cinque uomini dall’accusa di stupro di gruppo, condannandoli per il reato più lieve di abusi sessuali. >
L’era dell’abuso è finita: una buona notizia per tutti
di Pierluigi Battista
L’ipotesi che quest’anno possa saltare l’assegnazione del Premio Nobel della letteratura è già una notizia che fino ad oggi avremmo considerato impossibile, fantasiosa, una dozzinale fake news. >
Quell’impronta materna nelle nuove genitorialità
di Silvia Niccolai
Gestazione per altri. Se siamo in grado di decifrare i beni che i “nuovi” bambini e i “nuovi” genitori domandano è perché sappiamo quanto valgono riconoscimento e affetto >
I club di lettura? Ora si discute di femminismo
di Greta Sclaunich
Il primo «scaffale condiviso» è stato quello dell’attrice Emma Watson, che nel 2016 ha deciso di aprire un account sul social per bibliofili Goodreads chiamato, appunto, «Our shared shelf» (in italiano, il nostro scaffale condiviso). >
Il 68 delle donne
Il fascicolo, in edicola dall’11 aprile 2018, si trova anche alla Libreria delle donne di Milano.
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A CityLife Park “La Grande madre” non ama la lingua madre!
Laura Minguzzi
Venerdì 13, giorno di benvenuto e di apertura del Miart, sono partita con la mia bicicletta da Rogoredo per andare alla presentazione dell’installazione partecipativa “Sacrilege” dell’artista gallese Jeremy Deller, di Massimiliano Gioni, curatore del progetto. >
Il Sessantotto, cinquant’anni dopo
di Luisa Muraro
Scoraggiata dalla scarsa attenzione degli operai che entravano e uscivano sempre di corsa, imbarazzata dallo stare alle porte delle fabbriche con il mio pacco di volantini, avevo detto alla mia amica che mi aveva portato lì: «la propaganda per la pace nel Vietnam andiamo a farla nelle università». >