di Associazioni di donne firmatarie
Ci sono stati e continuano a esserci guerre e massacri di esseri umani in tutto il mondo. Continua la distruzione di nazioni intere con la loro ricchezza di arte e cultura. Il sistema di potere fa di tutto per convincerci della giustezza degli interventi armati e sono state coniate nuove espressioni, ridicoli ossimori, come guerra per la democrazia, guerra umanitaria. >
Dalla rete
Due volte vittima
di Maria Cafagna
Le donne soffrono molto spesso della così detta vittimizzazione secondaria – o victim blaming – ovvero a loro, e non a chi l’ha commessa, viene data la responsabilità dell’avvenuta violenza >
Il diritto di non uccidere
di Massimo Lizzi
Il diritto di non uccidere. Questo, tra tutti i diritti discussi sulla guerra e la resistenza, è il valore più importante. Il diritto di non combattere >
Noi madri dei soldati russi
di Comitato delle madri dei soldati russi
Il Comitato delle madri dei soldati, un gruppo di madri e attiviste per i diritti umani, è sorto nel 1989 a Mosca per difendere i giovani coscritti dalle violenze e dagli abusi perpetrati nell’organizzazione militare ed è stato il movimento sociale più duraturo e rispettato della Russia post-sovietica. La sua azione si è sviluppata in due direzioni: l’assistenza ai singoli soldati e la pressione per l’abolizione della coscrizione, il controllo civile sull’esercito e smilitarizzazione del sistema giudiziario1. Un primo successo fu ottenuto con il congedo di 180.000 giovani soldati perché potessero finire gli studi. >
Cassazione: status di rifugiata a una vittima di tratta
di Stefania Cantatore
La sentenza 676/2022 della Cassazione ha riconosciuto lo status di rifugiata a una donna vittima di tratta (e prostituita). >
La Corte di Cassazione bandisce l’alienazione parentale dai tribunali
di Associazione Differenza Donna
Comunicato Stampa >
“Non si può più dire niente”. Anche il New York Times si è redento dalla cancel culture
di Adalgisa Marrocco
Ora è ufficiale: negli Stati Uniti esiste un problema di libertà d’espressione. Lo sancisce nientemeno che il New York Times, il giornale più importante del Paese e fra i maggiori al mondo. >
I tasti di Zelensky e quelli di Draghi
di Ida Dominijanni
Molto più prudente di quanto si potesse immaginare, molto più tirato in volto di quanto si mostrasse all’inizio dell’invasione >
