25 Febbraio 2003
il manifesto

La coscienza di Toni Smith

Peter Parker Trenta anni dopo Muhammad Alì e i pugni chiusi di Città del Messico, una sconosciuta cestista americana volta le spalle alla bandiera a stelle e strisce perché contraria alla guerra in Iraq. I militari e i tifosi la prendono di mira, la sua università la difende a spada tratta

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20 Febbraio 2003

Mirafiori, i cavalli e «la Feroce»

Marco Revelli Da immigrato a operaio. Una metamorfosi datata anni `60 e raccontata attraverso la vita di tre tute blu, che è anche un modo per raccontare la storia della Fiat in un momento in cui la fabbrica per eccellenza viene commemorata attraverso la morte di Giovanni Agnelli.

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19 Febbraio 2003
il manifesto

I balconi, le mani, le donne

Luisa Morgantini
Sul balcone di fronte al mio la bandiera della pace non c’ è più. Nella penuria di bandiere è stata tolta per portarla alla manifestazione di sabato scorso. Ma non è ancora tornata al suo posto. Sono andata a suonare il campanello, non c’era nessuno e così ho lasciato un messaggio: non è finita, siamo solo all’inizio !

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15 Febbraio 2003
il manifesto

We, the people

Ida Dominijanni
«Noi, il popolo, we the people, non vogliamo questa guerra: milioni di americani sono con voi e sfidano il presidente Bush», dice dal palco di San Giovanni a Roma, prima accolta con freddezza poi applaudita con calore, Mss. Campbell, la prima donna sacerdote del consiglio delle chiese degli Stati uniti.

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8 Febbraio 2003

Relazioni di differenza uomo donna: una questione di libertà

Vita Cosentino
Ho partecipato ai lavori del Forum sociale europeo e mi sono trovata bene. Ero con il mio corpo assieme ad altri 65.000, pure mi sentivo perfettamente a mio agio e mi è sembrata una realtà composita e mobile alla ricerca di altre forme della politica. >

30 Gennaio 2003
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO n.492

Non ne possiamo più della violenza

Uomini di Pinerolo

Le cronache quotidiane dei mass media ne sono piene, anche se ci offrono solo i casi più eclatanti. Ma non ne possiamo più che così tanti uomini continuino a violentare, stuprare, uccidere donne, bambine e bambini e altri uomini. Questi uomini, che alimentano i conflitti interpersonali e la guerra tra i sessi con la presunzione e l’incapacità al dialogo, pianificando poi e realizzando anche stragi familiari come unica soluzione possibile, interpretano, a nostro avviso, la stessa logica che muove i gerarchi del mondo a creare, prima, le situazioni di conflitto e ad affrontarle, poi, con la violenza della loro prepotenza.

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